Il compenso dell’avvocato può essere concordato liberamente caso per caso sulla base di svariati criteri, come i parametri di cui al Tariffario Forense (DM 55/2014), l’importo forfettario pattuito, la percentuale sul valore dell’affare, le tariffe orarie etc.

Le tariffe sono da intendersi al netto degli oneri di legge, come il 15% del rimborso forfettario ex DM 55/2014, il 4% a titolo di contributo previdenziale e – laddove applicabile – il 22% dell’IVA, salvo il caso in cui gli importi sono espressamente indicati nel preventivo come tutto compreso. 

A compensi e oneri di legge si aggiungono i costi legati all’espletamento dell’incarico, i quali sono documentabili su richiesta e, in caso di importi di una certa entità o comunque spese di trasferta (viaggio, pernottamento etc.) o compensi dovuti ad altri professionisti (es.: periti), da previamente concordarsi col cliente.   

Nella misura in cui è tecnicamente possibile, il cliente viene informato sin dall’inizio riguardo il prevedibile ammontare di onorari, oneri e costi.

Quando la formulazione di un preventivo presuppone la lettura di numerosi documenti e un preliminare esame della questione, lo studio può proporre al cliente un preventivo per una prima consulenza al fine di fare luce sul da farsi. Dopo di che, in caso di successivo conferimento di più ampio incarico, il costo della prima consulenza sarà detratto dall’anticipo dovuto sul compenso per le prestazioni successive. 

In mancanza di preventivo il compenso è comunque determinato in accordo ai vigenti parametri tariffari di cui al DM 55/2014.

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